Una circolare dell’Agenzia delle Entrate ripercorre le novità sul credito d’imposta per ricerca e sviluppo introdotte dalla legge di Bilancio.
Con la circolare n. 13/E del 2017, elaborata d’intesa con il Ministero dello Sviluppo economico, l’Agenzia fornisce istruzioni alle imprese che intendono usufruire del bonus R&S, alla luce delle modifiche introdotte dalla legge di Bilancio 2017. Nel documento sono contenute le istruzioni sulla determinazione dell’agevolazione, con esempi di calcolo e le risposte ad alcuni quesiti specifici.
Molte le novità introdotte dalla Legge di Bilancio 2017. La prima modifica alla disciplina del bonus R&S riguarda i tempi: i soggetti con periodo di imposta coincidente con l’anno solare possono infatti beneficiare dell’incentivo anche con riferimento agli investimenti effettuati nel periodo d’imposta 2020, anziché fino al 2019. Per quanto riguarda i soggetti con periodo di imposta non coincidente con l’anno solare, invece, sono ammessi all’incentivo gli investimenti effettuati entro il periodo di imposta 2020-2021.
Tra le novità di maggior rilievo si evidenzia l’intervento sull’importo massimo annuale riconoscibile a ciascun beneficiario, che a partire dal 2017 passa da 5 a 20 milioni di euro, a fronte di una spesa minima pari ad almeno 30.0000 euro. Le modalità di utilizzo del bonus, invece, rimangono invariate, ovvero il contributo potrà essere erogato solo in compensazione a partire dal periodo d’imposta successivo a quello in cui sono stati sostenuti i costi per le attività di ricerca e sviluppo.
A rendere particolarmente vantaggioso lo strumento vi è poi l’introduzione della nuova aliquota unica al 50% per tutte le tipologie di spese ammissibili, a differenza della precedente normativa che prevedeva un’intensità del 25%, elevabile al 50% solo con riferimento alle spese per il “personale altamente qualificato” impiegato nell’attività di ricerca e per i contratti di ricerca extra muros.
Infine, anche le spese ammissibili sono state ampliate, andando ad includere le spese per tutto il personale impiegato in attività di R&S, senza distinzioni di qualifica, i costi relativi ai test di laboratorio e le spese per l’attività di ricerca e sviluppo svolta da imprese che operano sul territorio nazionale in base a contratti di committenza con imprese estere.