Entra ora nella fase decisiva il Piano Industria 4.0.
Partito ufficialmente a gennaio 2017, Industria 4.0 ha subito un rallentamento dovuto ad alcune incertezze interpretative sulla normativa di riferimento. In questi giorni il Ministero ha fornito i chiarimenti attesi e l’aspettativa è che il Piano riesca effettivamente a far cambiare passo all’economia italiana.
Industria 4.0, infatti, vuole essere il punto di partenza verso un futuro in cui, grazie alle tecnologie digitali, le imprese industriali e manifatturiere aumenteranno la propria competitività ed efficienza attraverso l‘interconnessione e la cooperazione delle proprie risorse (macchinari, capitale umano, big data), sia interne alla fabbrica sia distribuite lungo tutta la value chain.
Le linee guida del Piano, messo a punto dal Governo, prevedono:
- l’incentivazione degli investimenti privati su tecnologie e beni 4.0;
- l’aumento della spesa privata in Ricerca, Sviluppo e Innovazione;
- il rafforzamento la finanza a supporto di 4.0, VC e startup;
- la diffusione della cultura 4.0 attraverso Scuola Digitale e Alternanza Scuola Lavoro;
- lo sviluppo le competenze 4.0 attraverso percorsi Universitari e Istituti Tecnici Superiori dedicati;
- il finanziamento della ricerca 4.0 potenziando i Cluster e i dottorati;
- la creazione di Competence Center e Digital Innovation Hub.
L’obiettivo principale è il rilancio degli investimenti nel settore privato, con un focus particolare sugli investimenti tecnologici, al fine di raggiungere i seguenti obiettivi:
- 10 miliardi di incremento in investimenti privati nel 2017;
- 11,3 miliardi di incremento in spesa privata in R&S&I concentrati su tecnologie 4.0 nel periodo 2017-2020;
- 2,6 miliardi di incremento del volume investimenti privati early stage mobilitati nel periodo 2017 – 2020.
Gli strumenti messi a disposizione delle imprese per raggiungere questi obiettivi sono molteplici e, nello specifico, Industria 4.0 prevede:
- iperammortamento al 250% e superammortamento al 140% ;
- bonus R&S;
- nuova sabatini;
- incentivi alle startup e alle PMI innovative.
Queste agevolazioni hanno portata generale e sono pertanto escluse dalla disciplina degli aiuti di stato de minimis. Per questa ragione i relativi benefici sono potenzialmente cumulabili tra loro e con altre misure agevolative; salvo il caso in cui lo strumento preveda una normativa specifica differente.
In particolare, la Risoluzione 12/E del 25 Gennaio 2017 ha chiarito che l’importo risultante dal cumulo del Credito d’imposta R&S con altri incentivi non può superare il costo complessivo dell’investimento. Inoltre, se il risultato della somma dei benefici è minore o uguale alla spesa ammissibile complessivamente sostenuta nel periodo d’imposta in oggetto, è possibile beneficiare dell’agevolazione per l’intero importo calcolato.